Per la giornata mondiale della poesia 2021, pubblico la mia traduzione in italiano del testo declamato dalla giovane poetessa Amanda Gorman il 20 Gennaio 2021 in occasione della inaugurazione della quarantaseiesima presidenza americana di Joe Biden. Testo completo originale e video della di lei declamazione sono qui: https://www.latimes.com/world-nation/story/2021-01-20/watch-and-read-amanda-gormans-inauguration-day-poem . Le polemiche su chi avrebbe diritto a tradurla ufficialmente, nazione per nazione, non hanno senso letterario e quindi mi sono permesso anch’io. Giuseppe Cornacchia
Il Colle a Cui Saliamo
Quando il giorno arriva, noi ci chiediamo,
Dov’è la luce in questo eterno buio?
La perdita che ci portiamo,
Un mare da attraversare.
Abbiamo guardato nell’occhio del ciclone;
Abbiamo imparato che quiete non è pace.
E norme e nozioni del giusto, che sia,
Non sempre è giustizia.
E tuttavia l’alba ci appartiene da ben prima che lo sapessimo.
In qualche modo lo sappiamo;
In qualche modo abbiamo attraversato e visto
Una nazione che non è divisa ma semplicemente incompiuta.
Noi, successori di una nazione e un tempo
In cui un’esile ragazza nera discesa da schiavi
E figlia di madre sola può sognare di diventare presidente
Per poi ritrovarsi a declamare per uno.
E sì, siamo lontani dalla perfezione, lontani dall’innocenza,
Ma questo non significa che non stiamo cercando di formare un’unione che sia perfetta.
Stiamo cercando di forgiare un’unione che abbia uno scopo,
Una nazione per tutte le culture, colori, indoli e condizioni umane.
E dunque, guardiamo non a quel che ci divide,
Ma a quello che ci sta davanti.
Componiamo le divisioni, perché sappiamo che per il nostro futuro
Dobbiamo innanzitutto mettere le nostre differenze da una parte.
Deponiamo le nostre braccia
Così da poter aprire le nostre braccia l’uno all’altro.
Perseguiamo il male di nessuno ed armonia per tutti.
Facciamo in modo che il pianeta, se non altro, possa dire che ciò è vero:
Che anche nella sofferenza, noi crescevamo,
Che anche nel dolore, noi speravamo,
Che anche nello sfinimento, noi tentavamo,
Che saremo per sempre stretti insieme, vittoriosi –
Non perché non verremo mai più sconfitti
Ma perché non ne usciremo mai più divisi.
Le Scritture ci esortano a darci da fare
Perché tutti siedano fra la vite e il fico,
E nessuno causi in loro alcun timore.
Se saremo all’altezza del nostro tempo,
Allora la vittoria non verrà di spada ma nei ponti che avremo costruito.
Questa è la radura promessa,
Il Colle a cui saliamo, se solo ci crediamo.
Perché essere Americani è più di un orgoglio ereditato
È il passato nel quale ci ritroviamo e come lo ricomponiamo.
Abbiamo visto una forza che frantumerebbe la nazione invece che custodirla,
Che distruggerebbe il nostro Paese se intendesse offuscare la democrazia.
E quel tentativo ha quasi avuto successo,
Ma mentre la democrazia può essere periodicamente rallentata
Non potrà mai essere permanentemente sconfitta.
In questa verità, in questa fede ci riconosciamo,
Perché mentre noi volgiamo i nostri occhi al futuro, la Storia tiene i suoi su di noi.
Questo è il tempo della giusta redenzione.
Lo temevamo, appena prima che iniziasse.
Non ci sentivamo pronti ad essere gli eredi di tale spaventosa ora,
Ma dentro di esso abbiamo trovato la forza
Di scrivere un nuovo capitolo,
Di offrire speranza e allegria,
Di seminare noi stessi. Mentre una volta ci chiedevamo:
Come potremmo mai prevalere sulla catastrofe?
Adesso sosteniamo: come potrebbe la catastrofe prevalere su di noi?
Non torneremo indietro a quel che era,
Ma muoveremo verso quello che sarà,
Una nazione contusa ma unita,
Benevolente ma risoluta,
Fiera e libera.
Non indietreggeremo né ci fermeremo se intimiditi
Perché sappiamo che la nostra inazione ed inerzia graverà sulle spalle della prossima generazione.
I nostri errori diventeranno il loro fardello
Ma una cosa è certa:
Se uniamo compassione e forza, e forza con diritto,
Allora amore sarà la nostra eredità
Ed il cambiamento, un diritto naturale per i nostri figli.
Dunque, lasciamo dopo di noi una nazione migliore di quella che è stata lasciata a noi.
Con tutto il fiato del mio petto di bronzo martellato,
Trasformeremo questo mondo ferito in meraviglioso.
Giungeremo dalle colline dorate del west.
Arriveremo dallo spazzato e ventoso nordest, dove i nostri antenati fecero la prima rivoluzione.
Sorgeremo dalle città lacustri degli stati del midwest.
Convergeremo dall’asciutto e assolato sud.
Ci ricostruiremo, riconcilieremo, recupereremo
In ogni cantuccio della nostra nazione,
Ed in ogni angolo che chiamiamo Paese,
Il nostro popolo, diverso e bellissimo,
Emergerà sofferente e meraviglioso.
Quando il giorno arriva, noi usciamo dall’ombra,
Ardenti e senza paura.
La nuova alba fiorisce in come noi la rendiamo libera.
Perché c’è sempre luce, se solo abbiamo il coraggio di guardarla,
Se solo abbiamo il coraggio di esserla.
Diritti riservati, Giuseppe Cornacchia, Marzo 2021